La ventesima edizione di “Un fiore per i nostri progetti”, che ha visto 52 piazze, sagrati e commerciali di Varese e provincia colorati da piantine di azalee e ciclamini nei due weekend del 13-14 e 20-21 Ottobre, ha tenuto alla grande: oltre 4mila piantine distribuite in cambio di un’offerta, per un ricavato di quasi 39mila euro, che sarà destinato a favore dei progetti per bambini, giovani, adulti e anziani che la Fondazione ospita nei propri centri. La grave recessione non ha quindi impedito alla cittadinanza di sostenere ancora una volta le attività che Fondazione Piatti porta avanti allo scopo di aiutare persone con disabilità intellettiva e relazionale. Un risultato reso possibile grazie
all’impegno e alle energie di tante persone. Fondazione Piatti ringrazia in modo speciale tutti i volontari, le famiglie dei nostri ragazzi, il personale e gli ospiti della Comunità socio-sanitaria di Busto Arsizio, i volontari delle Associazioni amiche (Scout, Rotaract Club Laveno Luino Alto Verbano e Oftal) per la loro fondamentale presenza in piazza.
Un altro ringraziamento speciale va ai nostri volontari del trasporto che, attraverso il loro prezioso aiuto, ci hanno permesso di gestire tutta l’organizzazione logistica dell’evento.
Grazie ai Parroci, ai Sindaci, alle Direzioni del Cavalca, Pallacanestro Varese, Centro Commerciale Belforte, Coop di Varese, Il Gigante e alla Direzione dell’Ospedale del Circolo e di Cittiglio per l’ospitalità e la collaborazione.
Grazie a Casti Group, che anche quest’anno ci ha reso disponibile un ampio e comodo deposito per le nostre piantine di fiori, venendo incontro con le consuete premure alle nostre necessità.
Infine, un ringraziamento particolare a Sodexo, che ha messo a disposizione gratuitamente ciclamini e azalee, al Comune di Varese e alla Provincia per il patrocinio concesso all’iniziativa.
“E’ proprio in momenti critici come questi – dice la presidente di Fondazione Piatti, Cesarina Del Vecchio – che il nostro grazie ai donatori, agli amici e ai volontari che ci hanno dato un aiuto tanto rilevante vuole essere ancora più sentito. A nome nostro e ancor più a nome di tutte le persone con disabilità di cui ci prendiamo cura”.