Geografie dell’incontro: l’arte di Ravo Mattoni celebra 25 anni di cura e comunità di Fondazione Renato Piatti

Un’opera per celebrare 25 anni di vita e relazioni

Varese, 10 novembre 2025 – Presso la sede di Fondazione Renato Piatti è stata presentata “Geografie dell’incontro. Luoghi e relazioni che disegnano progetti di vita”, l’opera firmata dall’artista Andrea “Ravo” Mattoni per celebrare i 25 anni di attività della Fondazione.

Da sempre impegnata nell’accoglienza e nella valorizzazione delle persone con disabilità intellettiva e relazionale, Fondazione Piatti ha voluto trasformare un muro interno in un simbolo vivo di comunità, cura e bellezza condivisa.

L’affresco contemporaneo, realizzato in uno dei luoghi di vita della Fondazione, è il risultato di un percorso di dialogo e ascolto tra l’artista, gli operatori e le famiglie. L’opera intreccia volti, mani e sguardi in un racconto visivo che rappresenta la rete di relazioni costruita in questi anni. Sullo sfondo, un ampio panorama di Varese diventa metafora del profondo legame tra la Fondazione e il territorio.

“Una mappa emotiva di ciò che siamo”

Durante la presentazione, Emilio Rota, Presidente di Fondazione Renato Piatti, ha sottolineato il valore simbolico dell’opera:

“‘Geografie dell’incontro’ è più di un murale: è una mappa emotiva di ciò che siamo. In questi venticinque anni abbiamo costruito relazioni, accolto storie e condiviso speranze. L’arte di Ravo ci aiuta a fissare nel tempo questo cammino comune e a ricordarci che la cura nasce dall’incontro.”

Rota ha inoltre evidenziato come l’opera rappresenti un omaggio a Varese e alla rete di relazioni che sostiene la missione della Fondazione, rendendo visibile il valore umano e sociale del lavoro quotidiano svolto nei suoi centri.

L’arte come spazio di relazione

Anche Franco Radaelli, Direttore Generale di Fondazione Piatti, ha rimarcato la valenza sociale dell’iniziativa:

“Questa opera è il simbolo di una Fondazione che non resta chiusa nei propri spazi, ma dialoga con la comunità. È un invito a fermarsi, guardare, riflettere. L’arte, come il nostro lavoro quotidiano, è relazione: ci mette in contatto, genera consapevolezza e guarda al futuro.”

Per Andrea “Ravo” Mattoni, artista conosciuto a livello internazionale per i suoi interventi di street art ispirati ai capolavori rinascimentali, il progetto è stato un’esperienza di ascolto e partecipazione:

“Ho voluto costruire un’immagine che non si limitasse a rappresentare, ma che contenesse il movimento e la traccia viva delle persone che attraversano ogni giorno questo luogo. Il muro diventa superficie d’incontro: tra dentro e fuori, tra arte e vita reale. Ogni pennellata è una relazione, un frammento di umanità che si ricompone in un disegno più grande.”

L’incontro tra arte e impegno sociale

Il titolo “Geografie dell’incontro” racchiude il senso profondo dell’opera: una mappa di legami e connessioni che rappresentano venticinque anni di cammino tra persone, famiglie, operatori e istituzioni.

I colori e le figure evocano la rete di solidarietà e fiducia che Fondazione Piatti ha costruito nel tempo, dove ogni gesto di cura diventa parte di un disegno collettivo.

“Ci piace pensare che da oggi questo muro racconti, a chi passa, che qui si costruiscono relazioni. È un messaggio di fiducia e di bellezza, che appartiene a tutti”, ha concluso Rota.

Andrea “Ravo” Mattoni: l’arte come memoria collettiva

Nato a Varese nel 1981, Andrea Ravo Mattoni è conosciuto per il progetto internazionale “The Renaissance Experience”, attraverso il quale riporta sulle pareti delle città i capolavori della pittura classica. Le sue opere dialogano con lo spazio urbano e invitano a riflettere sul valore della memoria, della cultura e della comunità.

Le sue creazioni si trovano in tutto il mondo — da Parigi a Roma, da Losanna a Toronto — e rappresentano una nuova forma di arte pubblica capace di unire bellezza, partecipazione e rigenerazione sociale.

Un messaggio per il futuro

Con “Geografie dell’incontro”, Fondazione Renato Piatti rinnova il proprio impegno verso un futuro in cui arte, cura e relazioni si intrecciano per costruire innovazione a servizio della vita.

L’inaugurazione dell’opera si inserisce nel programma degli eventi del 25° anniversario della Fondazione, un’occasione per celebrare il valore dell’incontro come punto di partenza di ogni progetto di vita.

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