Ieri Pavarotti, oggi Dalla. Ma i testamenti sono importanti anche quando non sono “Vip”

Cinque anni fa la scomparsa di Luciano Pavarotti, il primo marzo 2012 quella di Lucio Dalla. In entrambi le vicende, la cronaca e il commento giornalistico hanno puntato i riflettori su un tema per molti versi ancora tabù: morte e denaro. Due casi diversi (la presenza certa di un testamento nel primo caso, incerta nel secondo), che suscitano un interrogativo di fondo: come vedere rispettate le proprie volontà dopo la morte? Il testamento è l’atto che ci permette di destinare i nostri beni alle persone che amiamo, prendendoci cura di loro anche quando non ci saremo più.

È inoltre l’unico atto che ci permette di lasciare “un segno per sempre”, destinando una parte, anche piccola, del proprio patrimonio a una realtà non profit come Fondazione Piatti, senza danneggiare i diritti dei propri eredi.

Tuttavia solo il 15% di italiani fa testamento. Un dato ancora più impressionante se si pensa quindi che l’85% degli italiani affida la gestione del proprio patrimonio, piccolo o grande che sia, a l’altrui discrezionalità e alle norme di legge (fonte Agenzia dell’Entrate). Un dato che dipende dalla mancanza di una corretta informazione sui benefici del testamento o dalla mancanza di patrimoni?

I patrimoni di certo non mancano. Secondo una ricerca sui lasciti testamentari di Gian Paolo Barbetta (Fondazione Cariplo) i patrimoni delle famiglie senza eredi, nei prossimi anni dovrebbero conoscere un’ impennata. Utilizzando una base dati istituzionale (Banca d’Italia e Istat) Barbetta è arrivato a stimare che entro il 2020 ben 340 mila famiglie senza eredi – di cui 46 mila solo in Lombardia – potrebbero devolvere denaro sotto forma di donazioni. L’ammontare delle donazioni calcolato su un arco di 15 anni arriva alla cifra di 105 miliardi di euro.

Sembra ancora molto diffusa quindi una mancanza di informazioni. Fondazione Piatti offre un approfondimento sul tema a questo link http://www.fondazionepiatti.it/index.php/sostegno-disabili/lasciti-testamentari, ricordando che la quota di eredità devoluta a una onlus non è gravata da alcuna tassa di successione.

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